martedì 11 aprile 2017

IL DRAGO E LA FENICE

Quando le acque non erano state ancora poste sotto controllo e i fiumi straripando distruggevano i campi, la dea madre procreò discendenti benefici che finirono per portare ordine nel caos dei diluvi. Lavorando per mettere sotto controllo i fiumi, i laghi, il mare e le nuvole, i brillanti draghi navigarono per le acque e per il cielo. Con grinfie da tigre e artigli da aquila, laceravano con fragore le cortine del cielo, che scintillando sotto l’eccezionale urto lasciavano in libertà le piogge. Diedero il corso ai fiumi, le sponde ai laghi e la profondità ai mari. Fecero caverne da cui sgorgava l’acqua e attraverso condotti sotterranei le portarono molto lontano perché emergessero all’improvviso, senza che l’assalto avvolgente del sole le trattenesse. Tracciarono le linee che si vedono nelle montagne affinché l’energia della terra fluisse, equilibrando la salute di quel corpo gigantesco. E molto spesso dovettero lottare con le ostruzioni provocate dagli dèi e dagli uomini presi dai loro irresponsabili affanni. Dalle loro fauci usciva come fumo la nebbia, vivificante e umida, creatrice di mondi irreali. Con i loro squamosi corpi da serpente tagliavano le tempeste e dividevano i tifoni. Con i loro corni possenti, con i loro denti affilati, nessun ostacolo era sufficiente, nessun groviglio poteva resistere. Ed erano contenti di apparire agli uomini. A volte nei sogni, a volte nelle grotte, a volte sulle sponde dei laghi, perché lì erano soliti scegliere le loro nascoste dimore di cristallo in cui rigogliosi giardini si ornavano di frutti risplendenti e delle pietre più preziose.Long l’immortale, il drago celeste, pose sempre la propria attività (il suo Yang) al servizio del Tao e il Tao lo ricambiò permettendogli di stare in tutte le cose, da quella più grande a quella più piccola, dal vasto universo alla particella insignificante. Tutto è vissuto grazie a Long. Nulla è rimasto immutabile, tranne il Tao innominabile, perché anche il Tao nominabile muta e si trasforma grazie all’attività di Long. E neppure coloro che credono nel Cielo e nell’Inferno possonoassicurarne la permanenza.Ma Long ama Feng, la fenice che concentra il germe delle cose, che contrae ciò che Long tende.E quando Long e Feng si equilibrano, il Tao risplende come una perla bagnata dalla luce più pura. Non lotta Long con Feng perché si amano, si cercano facendo risplendere la perla. Perciò il saggio regola la propria vita secondo l’equilibro tra il Drago e la Fenice, che sono le immagini dei sacri principi dello Yang e dello Yin. Il saggio si colloca nel luogo vuoto cercando l’equilibrio. Il saggio comprende che la non-azione genera l’azione e che l’azione genera la non-azione. Che il cuore degli esseri viventi e le acque del mare, che il giorno e la notte, che l’inverno e l’estate, si succedono nel ritmo che il Tao traccia per loro.Alla fine di questa età, l’universo, dopo essere giunto al suo grande stiramento, tornerà a contrarsi come pietra che cade. Tutto, perfino il tempo, si invertirà tornando al principio. Il Drago e la Fenice si rincontreranno. Lo Yang e lo Yin si compenetreranno, e sarà tanto grande la loro attrazione che assorbiranno tutto nel germe vuoto del Tao. Il cielo è alto, la terra è bassa; cosìsono determinati il creativo e il ricettivo... con questo si rivelano i cambiamenti e le trasformazioni. Ma nessuno può sapere realmente come sono state né come saranno le cose, e se qualcuno losapesse non riuscirebbe a spiegarlo.Colui che sa di non sapere è il più grande; colui che pretende di sapere ma non sa, ha la mente malata. Colui che riconosce la mente malata come tale, non ha la mente malata. Il saggio non hala mente malata perché riconosce la mente malata come tale.