mercoledì 27 maggio 2015

FENICE E LA LIRICA

Lorenzo Da Ponte nel libretto di “Così fan tutte” musicato da Mozart, cita letteralmente la prima quartina di una celebre arietta del Metastasio, tratta dal «Demetrio» (1731):

E’ la fede degli amanti
Come l’araba fenice:
Che vi sia, ciascun lo dice;
Dove sia, nessun lo sa.
Se tu sai dov’ha ricetto,
Dove muore e torna in vita,
Me l’addita e ti prometto
Di serbar lá fedeltà.



FENICE E CERCHI NEL GRANO



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La Fenice di Yatesbury. 12 Giugno. Lettura: Resurrezione e Immortalità

Negli anni mi ero sempre chiesto il perchè, nonostante la varietà delle simbologie presenti nel fenomeno, non fosse mai apparsa ciò che è da considerare la regina di tutti i bestiari: la Fenice. Detto fatto, eccola qui, bellissima e enigmatica. È quasi superfluo discuterne il significato. La Fenice rappresenta colui che ha bruciato se stesso, ha scrificato se stesso all’elemento purificatore per risorgere e ascendere a nuova vita, la vita dello Spirito, eterna e vivificante. Anche la Fenice è il Corpo di Luce, il veicolo degli Dei, il Carro di Gloria su cui Elia ascende al Cielo. Una tradizione che troviamo anche tra gli Aztechi dove Quetzalcoatl una volta bruciato sul rogo della sua ultima prova ascende al cielo in forma di Stella Brillante del Mattino. Tra gli egizi la Fenice primigenia era Bennu, che poggiatasi sulla cima del Monte Primordiale che sorgeva dalle acque, con il suo primo grido (il Verbo-logos) diede inizio al tempo. Il suo ritorno avrebbe segnato la fine di quel tempo e l’inizio di una nuova Era. Ancora un segnale del cambiamento di Era comunicato dal fenomeno.

Il tema dell’Uccello di Fuoco, del Bennu o Fenice, è stato ripetuto il 14 giugno a Barbury Castle (sebbene nutra qualche dubbio sull’autenticità di questa formazione ma spero di essere smentito) dove un uccello, dal classico stile Lakota, sembra indicare il medesimo messaggio (nel riquadro ho posto l’originale stilizzazione Lakota, davvero identica a quella replicata nel campo inglese). Infatti questa simbologia indica “L’UCCELLO DEL TUONO, corrispondente nativo-americano della Fenice, essendo associato al Verbo -Logos divino che si manifesta (il tuono, appunto) e apparso, come la Fenice, all’origine primordiale della creazione. Anche questa formazione ha un legame con il numero 7, dato che i cerchi concentrici sono 3 in quelli che compongono la testa (il triplice anello è il sigillo di Melkisedeq, il re di Giustizia, e pianta della primordiale Atlantide, madre delle civiltà) e 4 in quelli che creano il corpo del volatile. Ciò è corretto in quanto il tre è associato al mondo spirituale (la Trinità) e il 4 al mondo materiale (i 4 elementi).


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Anche a South Field, Alton Priors, lo stesso giorno dell’Uccello del Tuono, è apparsa un’altra formazione basata sul tema degli “uccelli di fuoco”. Trattasi di uno swastika solare le cui braccia sono costituita da ali in rotazione. Il centro della formazione replica quanto si era già visto a Wayland’s Smithy il 9 agosto 2005 e che molti hanno scambiato per un simbolo maya. Trattasi invece di una simbiosi tra simbologia solare e lunare. Questa fomazione indica i quattro elementi di terra, aria, acqua e fuoco, in rotazione simbiotica intorno ad un centro androgino, dunque la perfezione raggiunta da colui che è riuscito a porre in perfetto equilibrio le sua natura trasmutandola nel suo elemento solare.


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South Field, Alton Pryors, 14 giugno. A destra la mia idea della ricostruzione del centro lunare e solare

http://ilblogdiadrianoforgione.myblog.it/2009/06/15/ancora-cerchi-nel-grano-2/


FENICE NELLA DIVINA COMMEDIA

Inferno

Canto XXIV

Così per li gran savi si confessa
che la fenice more e poi rinasce,
quando al cinquecentesimo anno appressa;

erba né biado in sua vita non pasce,
ma sol d'incenso lagrime e d'amomo,
e nardo e mirra son l'ultime fasce.

FENICE NELLA METAMORFOSI DI OVIDIO


 Tutti gli esseri viventi, comunque, traggono origine da altri;
l'unico a nascere riproducendosi da sé è un uccello
che gli Assiri chiamano fenice. Non di erbe o di frumento vive,
ma di lacrime d'incenso e stille d'amomo,
e quando giunge a cinque secoli di vita,
se ne va in cima a una tremula palma e con gli artigli,
col suo becco immacolato si costruisce un nido tra il fogliame.
E non appena sul fondo ha steso foglie di cassia, spighe
di nardo fragrante, cannella sminuzzata e bionda mirra,
vi si adagia e conclude la sua vita fra gli aromi.
Allora, si dice, dal corpo paterno rinasce un piccolo
di fenice, che è destinato a vivere altrettanti anni.
E quando l'età gli ha dato le forze per reggere alla fatica,
libera i rami sulla cima della pianta dal peso del nido,
religiosamente prende con sé la culla, sepolcro del padre,
e, giunto sull'alito dell'aria alla città di Iperione,
davanti alle porte sacre del suo tempio la posa.

mercoledì 13 maggio 2015

POESIA: NON VOGLIO MORIRE

Non voglio morire una vita non vissuta.

Non vivo nella paura
di cadere o di prendere fuoco.
Scelgo di prendere possesso dei miei giorni,
di lasciare che la vita apra le mie porte
e mi insegni a non aver paura,
e sciolga il mio cuore
per trasformarlo in ali,
una torcia, una promessa.
Scelgo di mettere a rischio il mio significato;
per vivere
così che ciò che mi è stato dato come seme
passi al prossimo come germoglio
e ciò che mi è stato dato come germoglio
diventi frutto.

Dawna Markova

"Non voglio morire una vita non vissuta.
Non vivo nella paura
di cadere o di prendere fuoco.
Scelgo di prendere possesso dei miei giorni,
di lasciare che la vita apra le mie porte
e mi insegni a non aver paura,
e sciolga il mio cuore
per trasformarlo in ali,
una torcia, una promessa.
Scelgo di mettere a rischio il mio significato;
per vivere
così che ciò che mi è stato dato come seme
passi al prossimo come germoglio
e ciò che mi è stato dato come germoglio
diventi frutto.

Dawna Markova"

POESIA: SIATE COME UCCELLI

Siate come uccelli.
Volate, conoscete e sentite le vostre ali.
Imparate a volare.
Levatevi sopra le nuvole e camminate sulla terra.
Condividete il volo con altri uccelli
Senza creare dipendenze
Riconoscete la libertà e vivete 
Senza troppo bagaglio.
Non perdete il focus
Che è fondamentale per l'equilibrio, la forza e la volontà.
Sapendo che siamo esseri completi in cerca di alba,
In cerca di pace e di
Sentimenti d'amore e libertà.

Mujer Hiedra


Augurio

POESIA FENICE

Sta risvegliando in se stessa la Fenice. 
Ha acceso dentro di Sé il Fuoco Sacro
Che detiene il potere del Sole.
Sta bruciando e riducendo in cenere 
Tutto ciò che è falso nella sua vita.
Lei ora brilla della sua personale luce.
Ha sempre cercato mentori e idoli da emulare. Non più.
Sta evolvendo in una donna che è unica,
Nessuno nel mondo è uguale a lei, 
Il suo percorso è unico.
Si sta rendendo conto che in questo momento 
Lei sta plasmando, forgiando e creando se stessa.
Ha avuto eroine ed eroi nella sua vita, 
Ma mentre matura riconosce la propria magnificenza.
Lei crea se stessa dal proprio esempio.
Il suo lavoro consiste nel porre fine al ciclo di vittimismo e
Nell'onorare se stessa, così nasce un nuovo essere.
Il segreto per possedere tutta se stessa è 
quello di essere la propria fonte.
Lei sta scoprendo l'arte di reincarnarsi 
Nello stesso corpo.

Sukhvinder Sircar 
E' una poesia dedicata ad una donna ma i processi descritti sono quelli che accadono anche agli uomini, perciò è un augurio per tutti!

FENICE SIMBOLO DEL PENSIERO



Gli uccelli simboleggiano da sempre, nei sogni e nell'arte, le qualità del pensiero. 
Vivono nell'aria e in essa si muovono con vari gradi di destrezza, armonia e temperamento. L'aria è lo spazio in cui le correnti del pensiero si manifestano e si muovono liberamente, proprio come fanno gli uccelli in volo. Essi spesso sono a ponte fra più mondi, ad esempio quello acquatico o terrestre e quello aereo, hanno perciò anche una funzione simbolica di collegamento, perfettamente attinente con le caratteristiche del pensiero stesso.
La loro infinita varietà di forme e comportamenti ben si associa con la molteplicità di pensieri che spesso affollano la mente di noi umani. 
L'uccello fenice in questo contesto definisce però un certo tipo di qualità di pensiero ed è quello che per sua natura è destinato a permanere nel tempo e incidere nello spazio, più degli altri. Esso è quello che si manifesta costante di vita in vita  e che, come il sole splende tramonta e rinasce giorno dopo giorno identico a se stesso, è immutabile nella sua natura luminosa. Conosce trasformazione ma non decadimento. 

Esso non è altro che il pensiero associato all'anima, quella personale o collettiva. 
Il pensiero che non conosce il decadimento è collegato ai valori eterni, alla bellezza in tutte le sue forme e all'intelligenza.
Ognuno di noi coltiva dentro di se vari aspetti di questo tipo di pensiero. Ed è per questo che simbolicamente si dice che Fenice è  accompagnata da tanti altri uccelli. Le qualità eterne allietano l'anima, là elevano e l'aiutano ad evolvere, oltre che a rendere migliore la vita della personalità. È per questo che spesso noi ricerchiamo cose belle, cerchiamo di seguire dei valori e di muoverci con intelligenza. 
Ma anche se ci circondiamo di tutto questo non significa che esso ci appartiene. In altre parole nutrire la nostra anima di cose belle la nobilita ma, non è ancora una diretta manifestazione di ciò che essa realmente è. Per rendere eterno e non caduco il nostro pensiero abbiamo la necessità di essere noi stessi quei valori, quella bellezza e quell'intelligenza che vediamo negli altri. In altre parole abbiamo bisogno di realizzare noi stessi, la nostra reale natura, gli obiettivi della nostra anima, per sentire viva in noi la fiamma di ciò che è eterno, non frammentato e transitorio. 
Questo è quello che in altri contesti viene chiamato processo di individuazione. 
Durante il percorso di fenice questo processo avviene gradualmente, di seduta in seduta. Raramente al risveglio questa energia si manifesta nella sua forma definitiva. Anzi più spesso Fenice si palesa con forme simboliche che caratterizzano i pensieri di persone che ammiriamo, che sono per noi dei modelli d'ispirazione, siano essi famigliari oppure no.  
Pur non appartenendoci questi "uccelli" vibrano in risonanza con la nostra Fenice e l'aiutano a riconoscersi e a rivelarsi nella sua forma reale e definitiva. Essi l'accompagnano e la supportano fino a quando rinata,  è pronta a manifestarsi in tutto lo splendore della sua reale natura. 

VISIONE




"Io sono Fenice, rinata dalle ceneri, più forte, più pura e più bella che mai;  io sono lo Spirito che continua a vivere in eterno, dopo che si è liberato dal corpo mortale. Conosciuta dagli uomini delle terre dell'Est e dell'Ovest, gli antichi Egizi mi chiamarono Bennu, la splendente, uccello di fuoco, l'anima di Ra il sole, l'araldo di tutte le cose a venire. Io sono scesa sulla Terra per annunciare l'avvento della luce, colei che scandisce il tempo in giorno e notte, in anni e cicli. Da Osiride mi venne il dono dell'immortalità e la corona piumata. Io sono Fenice, uccello di fiamme, creatura dell'aria che vola libera e inarrestabile per indicare il cammino delle stelle. Io sono il fulgido esempio all'uomo perché acquisisca dalla distruzione delle sue scorie l'energia primigenia, e con essa si liberi nuovamente in volo. Io sono Fenice, libera, battagliera, forte e fiera." - 

Tratto da: http://www.maristaurru.com/index.php/Leggende/Il-mito-della-fenice-e-le-voyage-di-Baudelaire.html#sthash.TpEBtMdp.dpuf

L'autrice del blog non cita la fonte, ma trovo che chiunque l'ha scritta avesse realmente visione di questa energia. 

FENICE NEI CARTONI ANIMATI

 

Questo filmato può  essere visto anche come una metafora della Mente Pensante che materializza ciò che pensa e, di come la Fenice porta sulla terra i suoi frutti, concretizzando il pensiero. La cicogna da vera rappresentante della Mente Operativa accetta e sa trovare soluzioni, continuando ad "operare", nonostante tutto... la Mente Pensante ha comunque l'ultima parola ma, questa è ancora un'altra storia. Buona visione!

martedì 12 maggio 2015

NELLA FIABA "I TRE GAROFANI" - M.L. VON FRANZ

NELLA FIABA "I TRE GAROFANI" - M.L. VON FRANZ

...ora possiamo capire perchè sono gli uccelli ad aiutare Maria: gli uccelli rappresentano le fantasie, e ovviamente qui rappresentano le fantasie creative. Nella nostra storia, le fantasie creative produttrici di simboli costituiscono esattamente ciò che si è bloccato in Maria. Così, con l'aiuto di quegli uccelli, Maria può farla finita con tutte le cose prive di significato che ha accumulato in tutto il tempo in cui la sua vita ha ristagnato.
...Maria deve andare di nuovo al fiume - al flusso essenziale della vita - e lì deve chiamare: "uccelli di tutto il mondo, piangete con me". Ella raccoglie quelle lacrime in un bicchiere e con le lacrime e la piuma che vi ha immerso, guarisce gli occhi della sua padrona.
Nei diversi sistemi mitologici, si ritiene spesso che le lacrime abbiano un effetto salvifico e curativo...La padrona pertanto ha bisogno della compassione degli uccelli, della fantasia compassionevole e comprensiva che solo Maria può evocare. Se non abbiamo immaginazione, non possiamo provare empatia, perchè generalmente la nostra sofferenza non è uguale a quella di un altro. Ma, in genere, noi comprendiamo ugualmente la sofferenza degli altri anche quando non abbiamo vissuto la loro stessa esperienza. Abbiamo una fantasia immaginativa che ci rende capaci di immedesimarci empaticamente, ed è essenziale che essa venga evocata, perchè può sanare gli occhi.
In alchimia, l'acqua magica di cui la Pietra Filosofale è composta - chiamata il mercurio, l'acqua permanente immortale e in altri modi - si riferisce alla prima materia. Nel linguaggio psicologico, la prima materia sarebbe la vitalità della psiche inconscia. Uno dei suoi nomi è collyrium philosophorum, "l'acqua degli occhi" dei filosofi. Il mercurio è l'acqua degli occhi dei filosofi. Se lo versate nei vostri occhi, essi si apriranno a una vista nuova. Ci sono molti testi che lodano questa sostanza alchemica. 
Ora, Maria può anche attivare il giusto tipo di comprensione. Può evocare certe fantasie che la rendono capace di comprendere la sua padrona e in questo modo di guarirla. Ci sono molte storie in alchimia in cui l'alchimista è in cerca dell'Araba Fenice; il famoso Michael Maier [medico alchimista tedesco del 1600 n.d.r.], ad esempio riesce ad afferrarne solo una piuma, ma anche con quest'unica penna può compiere miracoli e guarire persone.
Infatti, la penna dell'uccello miracoloso che vive ai confini del mondo è un motivo che dall'alchimia si è diffuso abbastanza ampiamente nel folklore europeo. Esistono pure delle fiabe tedesche in cui bisogna trovare la piuma dell'araba fenice. Esse attingono direttamente dal simbolismo alchemico.
A Maria viene detto di usare una sola penna anziché l'uccello per intero. Ciò significa che la penna è pars pro toto, la parte per il tutto, ma significa anche che Maria possiede solo una vaga sensazione o un'intuizione - non l'idea nella sua interezza. Se si possiede solo una penna dell'araba fenice, ciò significa che non si è afferrato il mistero psicologico che è espresso dal simbolo dell'uccello nella sua totalità. Si possiede solo un aspetto di esso, una vaga sensazione riguardo a esso. Ma anche questo è infinitamente salutare, e così qui Maria ha almeno una comprensione parziale della sua padrona [e ciò la porterà a salvare i tre figli di lei, n.d.r. ].
Da la favola de "I tre garofani" - "Il filo di paglia, il tizzone e il fagiolo" di Marie-Louise von Franz


METAMORFOSI DELLA LARINGE - STEINER

Sulla laringe, e sulla metamorfosi attraverso la quale essa è destinata a passare nel futuro, Rudolf Steiner parla nel modo seguente: "...al contrario la laringe è in piena trasformazione, e quando l'uomo sarà nuovamente casto, la sua laringe si volgerà di nuovo al Sole Spirituale. Il calice della pianta si è sviluppato fino alla forma di carne di passione, e la laringe diverrà nuovamente un calice casto, puro, che sarà reso fruttifero dallo Spirito, e alla quale tenderà la Santa Lancia dell'Amore: questo è anche il simbolo del Santo Graal, il suo alto ideale" (O.O. 98, 5.10.1907).
Da: "Le dodici notti sante e le gerarchie spirituali" di S. O. Prokofieff

SANTA ILDEGARDA E GLI UCCELLI

Santa Ildegarda von Bingen a proposito degli uccelli scrisse:

 "Gli uccelli sono più freddi degli animali che vivono sulla terra, poiché essi non vengono procreati con il calore della concupiscenza. La loro carne è più pura di quella degli animali terrestri, poiché la madre non li partorisce nudi, ma all'interno di un guscio. Alcuni vivono di aria ardente e si lanciano perciò verso l'aria come il fuoco. Quelli che volano volentieri in alto contengono più aria ardente di quelli che volano bassi sulla terra. Gli uccelli simboleggiano la forza che ispira agli uomini discorsi saggi e che permette loro di poter prevedere molte cose prima che si realizzino splendidamente. Come gli uccelli vengono innalzati dalle loro piume e si muovono ovunque nell'aria, così nel corpo l'anima viene sollevata attraverso il pensiero e si estende ovunque."


IL TORO E LA COLOMBA - STEINER

La regione del Toro è legata al principio dello Spirito Cosmico... Quando l'iniziato contemporaneo esamina in modo chiaroveggente il Toro o la Vacca, la sua potente attività digestiva gli si rivela come un intero universo. "Nella vacca il processo digestivo è qualcosa che, visto dal punto di vista astrale è estremamente grandioso, è tutto un mondo!... È bello, è grande, è qualcosa di  portentosamente spirituale", dice Rudolf Steiner a proposito (O.o. 230,19.10.1923). Se un tale Iniziato segue con la sua coscienza immaginativa-ispirata l'immagine della vacca più lontano nel cosmo astrale (cioè nella sfera spirituale limitata dal cerchio dello Zodiaco), allora la Vacca assume sotto l'influsso delle forze dell'ispirazione la forma immaginativa dell'uccello. Rudolf Steiner c'è lo indica con le seguenti parole: "Astralmente sarebbe un uccello... È diventato fisico nella vacca ciò che è astrale nell'uccello. Nell'astralità appare ovviamente differente, ma è così" (O.O. 230, 19.10.1923). Ora ci diventa comprensibile, perché il principio dello Spirito nella circonferenza astrale della Terra (nella sfera lunare), si apre a Giovanni durante il Battesimo di Gesù nel Giordano, come l'immaginazione di una colomba (Giovanni 1,32-34). D'altro canto comprendiamo ora tutto il significato del culto del bue, del toro presso i popoli antichi....


da "Le dodici notti sante e le gerarchie spirituali" di S.O. Prokofieff


GLI ANIMALI DI POTERE

“Gli animali-medicina parlano il linguaggio dell’Amore 
e ci insegnano a riscoprire la nostra connessione con la Madre Terra”

(Twylah Nitsch, donna-medicina del Clan del Lupo, della Nazione Seneca)

Nella tradizione

In quasi tutte le culture sciamaniche sono presenti figure di animali che fungono da alleati ed aiutanti dello sciamano, così come dell'uomo comune. 
Possono essere protettori o guide, nel mondo fisico e nei mondi sottili.
Appaiono nei sogni per dare consigli e possono essere il simbolo dell'individuo o di un clan. In questo caso i poteri attribuiti all'animale sono di ispirazione per il comportamento, i valori, gli obbiettivi di crescita, della Tribù, del Clan o del singolo individuo.

A parte gli sciamani, in genere qualsiasi altra persona deve chiedere all'Animale di Potere di rivelarsi. Esso serve a dare protezione e potere, ma anche per scopi concreti come individuare la selvaggina o fornire aiuto.
Oggi l'animale di potere spesso è considerato una specie di angelo custode. Non si sa se si tratti di un angelo sotto forma di spirito animale o se sia un maestro umano con l'aspetto di un animale; in particolare i Nativi Americani non dividevano in categorie i propri Animali. Il calibro di un Guardiano era garantito dall'avere sempre intenzioni e scopi elevati. 

Cos'è un Animale di Potere

L'Animale di Potere o Spirito Guardiano Animale è un’entità astrale, è un archetipo, cioè la sintesi del potere e delle caratteristiche di tutti gli individui di una determinata specie. È uno spirito antico che porta in se un potere ancestrale ma, anche se è possibile che più persone condividano lo stesso tipo di animale, nella sua manifestazione individuale non sarà mai davvero uguale a quello di un altro, poiché il modo di manifestarsi di questi spiriti ed il loro modo di interagire con la persona, è molto diverso da individuo ad individuo. Quindi l’Animale di Potere è un’entità collettiva ma anche strettamente personale. 
L'Animale  si può manifestare spontaneamente oppure, viene ricercato intenzionalmente, alle volte anche attraverso rituali piuttosto complessi. Una volta che Esso affianca la persona, l'accompagna per periodi più o meno lunghi a seconda di quello che essa deve apprendere e del tempo che impiega per comprendere i Suoi insegnamenti. Ovviamente, per il processo di  apprendimento e la sua durata, è determinante anche la disponibilità della persona a ricevere il Suo aiuto e la Sua guida.
Così come si ha bisogno di diversi Angeli Custodi, servono anche diversi Animali di Potere. Di solito c'è un Animale che è considerato il più importante, ed è quello che dovrebbe integrare la personalità. Gli altri Animali invece rappresenteranno qualità e caratteristiche diverse e aiutano in situazioni specifiche.
Il primo Animale Guida è il più importante perché indica la carenza/propensione più significativa nella personalità ed Esso mostra le qualità che si ha maggior bisogno di coltivare.
Gli Spiriti Guardiani Animali in genere amano prendersi cura di animali domestici e delle famiglie. Forniscono totem e oggetti che simboleggiano potenza e protezione. Amano ritrovare oggetti persi, guarire ferite fisiche e collaborare nella cura di animali domestici e piante. Proteggono la casa tenendo lontani problemi ed energie negative. 
A volte mandano un "segnale d'allarme" o aumentano la consapevolezza di ciò che accade intorno.
In ogni caso Essi intervengono solo se vengono invocati. Se si decide di non usarne i servizi, Essi si allontaneranno poco a poco e andranno ad aiutare altre persone.


Rapporto con l'Animale di Potere

Il contatto con il proprio Animale di Potere è sempre un rapporto di interscambio, in cui Lui insegna il modo di comportarsi o quelle caratteristiche che devono essere acquisite. Molte volte è una vera e propria guida nei piani sottili, senza la quale viaggiare in questi mondi diventa pericoloso. Nella tradizione all'Animale vengono offerte, preghiere, danze ma il rapporto s'instaura anche semplicemente prestandogli attenzione. Più questi “scambi” sono frequenti ed il rapporto con il proprio Animale è assiduo, più il contatto sarà forte e stabile.
Incontrare ed approfondire la conoscenza con i propri Animali di Potere permette di attingere ad un’incredibile energia, sia fisica che psichica che mentale e a nuove informazioni, su ognuno di questi piani. Ogni Animale ha però poteri diversi da quelli degli altri ed è per questo ce n'è sempre più di uno a fianco di ogni individuo.

Il potere - la "medicina"

Nelle tradizioni sciamaniche la medicina è ciò che può migliorare il rapporto con il Grande Mistero e con tutta la Vita. Questo comprende la guarigione di corpo, mente, spirito ma è anche ciò che fornisce potere personale, forza e comprensione. La costante è vivere una vita in modo da portare armonia alla Madre Terra, a tutti i famigliari, gli amici e alle creature compagne. La medicina è un “modo di vivere” onnicomprensivo in perfetta armonia con l’Universo intero.

Gli Animali esibiscono modelli di comportamento che vogliono trasmettere messaggi di guarigione a chiunque sia così pronto da osservare le loro lezioni e viverle. Ogni lezione è basata su un’idea o concetto principale e, ogni Animale vivente ha centinaia di lezioni da impartire, ognuna delle quali è un potere che può essere richiamato.
Quando si evoca il potere di un Animale, si chiede di essere ricondotti alla completa armonia con la forza dell’essenza stessa di quella creatura, e imparare a comprendere questi fratelli e sorelle del regno animale è un processo di guarigione a cui ci si può avvicinare con umiltà ed intuitivamente. Certi aspetti dei loro insegnamenti vengono scelti per riflettere sulle lezioni che ogni spirito ha bisogno di assimilare per essere umano e ricercare l’unità con tutto ciò che esiste.  
Le lezioni impartite sono eterne e sono valide per sempre; se l’apprendimento finisce, lo stesso accade alla magia e alla vita.
L'Animale di Potere  porta una medicina che aiuta a trovare il proprio posto nel mondo e attraverso la connessione con Esso, la Sua Specie diventa un maestro, per mezzo del quale crescere e imparare. L’osservazione di queste creature nei loro habitat naturali, permette di entrare in connessione con la Terra, gli animali e il Grande Mistero. Di ritrovare l'Uno nel tutto.
A volte lo Spirito dell'Animale di Potere può scegliere di penetrare nella coscienza di chi ha camminato sul Sentiero della Medicina per molti anni, allineandosi con costui per collaborare nelle guarigioni. Anche questo fa parte del processo iniziatico della Medicina degli Animali, e conferisce grande potere al guaritore.
Le lezioni sono un aspetto del processo di insegnamento su come essere intuitivi, come cercare le Verità nella Natura, come stabilire un contatto con le creature del Grande Mistero e come vivere in armonia con il Tutto.

"Il silenzio della mente calma è la sacra fertilità dello spirito capace di ricevere".

GIOIA

domenica 10 maggio 2015

LA FENICE IN GEOGRAFIA


Le isole della Fenice fanno parte del Kiribati, insieme a Gilbert, Fiji, Sporadi e isola di Banaba, e sono situate nel Pacifico del sud. 




LA FENICE IN ASTRONOMIA

La Fenice è una costellazione dell‘Emisfero Sud, formata da 11 stelle. Situata vicino al Tucano e a Sculptor, venne così definita da Johann Bayer nel 1603. La cosa curiosa è che tale costellazione è chiamata con nomi diversi, ma sempre di uccello: grifone, aquila, struzzo, uccello di fuoco. 

LA FENICE IN ESOTERISMO ED IN ALCHIMIA

L‘identificazione della fenice con l‘anima,  già da ricercarsi in Egitto, permase nel mondo classico: Esiodo parla di 927 anni di vita della fenice, che indicano il periodo che l‘anima deve attendere prima di potersi reincarnare. Il mistero della fenice si legava così anche alla dottrina orfico-pitagorica della metempsicosi. 

Sempre restando in ambito più esoterico, in uno dei testi gnostici ritrovati a Nag Hammadi,  l‘ Origine del Mondo, si parla delle tre fenici: quella eterna, quella che vive mille anni e quella che sarà consumata, relazionandole ai battesimi pneumatico, di fuoco e di acqua. Si scandisce cioè la conversione tramite le fasi del rinnovamento della fenice: immersione nell‘acqua, incendio nel fuoco e rinascita. Come la fenice, lo gnostico farà ritorno alla sua vera patria. 
 
La Fenice ha anche essa attinenza col fuoco, perché, come si sa, ha il potere di rinascere dalle proprie ceneri. In alchimia essa è «uccello colorato con tutti i colori della Grande Opera» (Fulcanelli, Le Dimore Filosofali, Roma 1973), sui quali predomina il rosso porpora, in greco Phoinix.  
E‘ il simbolo della rigenerazione e dell'eterno ritorno, e l‘uovo della Fenice è l‘uovo filosofico, e del compimento della Trasmutazione Alchemica - processo Misterico equivalente alla rigenerazione umana ("Fenice" era il nome dato dagli alchimisti alla pietra filosofale). 

Rappresenta la produzione di sostanze nuove tramite la metamorfosi della materia prima, per giungere alla pietra filosofale. E‘ dunque la fase finale dell‘Opera, ovvero la spiritualizzazione completa. Nelle Nozze Chimiche di Christian Rosenkreutz, testo rosa- crociano, il serpente compare sotto forma di drago, il Re nero, che deve essere decapitato e cotto con altri metalli dentro l‘uovo filosofico, da cui nascerà poi l‘uccello miracoloso: l‘araba fenice? 
In generale, possiamo dire che la fenice riunisce in sè tutti gli opposti: origine – fine, vita-morte, maschio-femmina (a volte si sottolinea il suo carattere androgino), ed anche, seguendo quanto dice Ovidio, Sole e Luna, perché è negli Elisi che spiega le sue ali. El, il sole, ed Isi, la luna, a rappresentare la compenetrazione dei due Luminari in una sintesi che vuol dire conquista dell‘immortalità e Sapienza suprema. 
E‘ il Fuoco Spirituale che purifica, o, in ambito orientale, la necessità della reincarnazione per l‘evoluzione dell‘umanità.  
Ma la Fenice è anche l‘Iniziato che, al contrario del serpente (ricordate, colui che sempre combatte) che si riveste di continuo della sua pelle terrena, non è più legato alla materia, e che, attraverso l‘autosacrificio, muore continuamente a sé stesso, ai suoi egoismi ed alle inutili ―personalizzazioni‖,  per raggiungere la Verità Suprema, superando le mutevoli e molteplici forme rappresentate proprio dalle spire del serpente. Per questo, forse, l‘accostamento della fenice alla divinità messicana Quetzalcoatl (quetzal=uccello e coatl=serpente) non sembra così azzardata per alcuni studiosi: egli non è né materia né spirito, ha superato tale dicotomia. 

LA FENICE NEL CRISTIANESIMO

Già simbolo della Sapienza divina (cfr. Giobbe 38 verso 36), intorno al IV secolo d.C., quale simbolo di immortalità e resurrezione,  i Padri della Chiesa fecero di tale mitico uccello il simbolo della resurrezione della carne, del Cristo risorto.  Con l'utilizzo di alcune analogie prese dal mondo naturale come il sorgere ed il tramontare del sole, la trasformazione dei semi e dei fiori, o la fenice che si riteneva potesse risorgere dalle proprie ceneri — gli autori cristiani cercavano poi di mostrare che la loro dottrina sulla resurrezione non era avulsa dalla natura del cosmo. Il potere di Dio nel far risorgere i morti non contraddiceva le leggi della natura, ma piuttosto le portava a pienezza, dando loro una nuova e definitiva prospettiva di vita. 
Il riferimento più antico compare nella lettera ai Corinzi di Clemente Romano (95/98 d.C.), ma fu soprattutto Tertulliano che utilizzò la simbologia della fenice. 
Il Physiologus greco del II secolo d.C. stabilisce il primo parallelo tra morte e rinascita della fenice e morte e resurrezione del Cristo, ripreso poi da tutto il medioevo. Si predilige la versione della fenice che giunge nel mese nuovo di Nisan o Adar ad Eliopoli, ed il sacerdote, preavvertito da un segno, prepara l‘altare su cui brucerà l‘uccello.       In tale testo viene anche scandita passo per passo la rinascita: il primo giorno il sacerdote trova un verme; il secondo un piccolo uccello, ed il terzo la nuova fenice, che ritorna nella sua patria.  
Da ciò il parallelo con i tre giorni trascorsi prima della Resurrezione del Cristo. Dice il testo: ―Se dunque questo uccello ha il potere di uccidersi e di rinascere, come possono gli insensati Giudei indignarsi contro le parole del Signore: “Ho il potere di deporre la mia anima, e il potere di riprenderla‖ (Giovanni 10,18). ―La fenice è un’immagine del Salvatore nostro: Egli è sceso infatti dai cieli, ha steso le sue due ali, e le ha portate cariche di soave odore, cioè delle virtuose parole celesti, affinché anche noi spieghiamo le mani in preghiera, e facciamo salire un profumo spirituale mediante buoni comportamenti.
Inoltre ad Eliopoli erano conservati gli scritti antichi, e il parallelo fu presto fatto: la fenice, come Cristo, viene come un Messia per far risorgere una nuova religione dai resti di quella precedente. 
Interessante però notare come la fenice possa simboleggiare l‘uomo in generale, destinato a tornare a quello stato paradisiaco di immortalità e alla perfezione originaria 
L‘immagine della fenice ricorre spesso nelle catacombe: possiamo vederla a Roma in quelle di Santa Priscilla, in cui viene raffigurata con raggi intorno alla testa; a SS. Cosma e Damiano, San Pietro, nell‘abside di Santa Prassede. Ed ancora a Verona ed Aquileia, solo per citarne alcune. L‘uccello fu anche utilizzato per rappresentare Maria: vergine, ma tuttavia madre.