NELLA FIABA "I TRE GAROFANI" - M.L. VON FRANZ
...ora possiamo capire perchè sono gli uccelli ad aiutare Maria: gli uccelli rappresentano le fantasie, e ovviamente qui rappresentano le fantasie creative. Nella nostra storia, le fantasie creative produttrici di simboli costituiscono esattamente ciò che si è bloccato in Maria. Così, con l'aiuto di quegli uccelli, Maria può farla finita con tutte le cose prive di significato che ha accumulato in tutto il tempo in cui la sua vita ha ristagnato.
...Maria deve andare di nuovo al fiume - al flusso essenziale della vita - e lì deve chiamare: "uccelli di tutto il mondo, piangete con me". Ella raccoglie quelle lacrime in un bicchiere e con le lacrime e la piuma che vi ha immerso, guarisce gli occhi della sua padrona.
Nei diversi sistemi mitologici, si ritiene spesso che le lacrime abbiano un effetto salvifico e curativo...La padrona pertanto ha bisogno della compassione degli uccelli, della fantasia compassionevole e comprensiva che solo Maria può evocare. Se non abbiamo immaginazione, non possiamo provare empatia, perchè generalmente la nostra sofferenza non è uguale a quella di un altro. Ma, in genere, noi comprendiamo ugualmente la sofferenza degli altri anche quando non abbiamo vissuto la loro stessa esperienza. Abbiamo una fantasia immaginativa che ci rende capaci di immedesimarci empaticamente, ed è essenziale che essa venga evocata, perchè può sanare gli occhi.
In alchimia, l'acqua magica di cui la Pietra Filosofale è composta - chiamata il mercurio, l'acqua permanente immortale e in altri modi - si riferisce alla prima materia. Nel linguaggio psicologico, la prima materia sarebbe la vitalità della psiche inconscia. Uno dei suoi nomi è collyrium philosophorum, "l'acqua degli occhi" dei filosofi. Il mercurio è l'acqua degli occhi dei filosofi. Se lo versate nei vostri occhi, essi si apriranno a una vista nuova. Ci sono molti testi che lodano questa sostanza alchemica.
Ora, Maria può anche attivare il giusto tipo di comprensione. Può evocare certe fantasie che la rendono capace di comprendere la sua padrona e in questo modo di guarirla. Ci sono molte storie in alchimia in cui l'alchimista è in cerca dell'Araba Fenice; il famoso Michael Maier [medico alchimista tedesco del 1600 n.d.r.], ad esempio riesce ad afferrarne solo una piuma, ma anche con quest'unica penna può compiere miracoli e guarire persone.
Infatti, la penna dell'uccello miracoloso che vive ai confini del mondo è un motivo che dall'alchimia si è diffuso abbastanza ampiamente nel folklore europeo. Esistono pure delle fiabe tedesche in cui bisogna trovare la piuma dell'araba fenice. Esse attingono direttamente dal simbolismo alchemico.
A Maria viene detto di usare una sola penna anziché l'uccello per intero. Ciò significa che la penna è pars pro toto, la parte per il tutto, ma significa anche che Maria possiede solo una vaga sensazione o un'intuizione - non l'idea nella sua interezza. Se si possiede solo una penna dell'araba fenice, ciò significa che non si è afferrato il mistero psicologico che è espresso dal simbolo dell'uccello nella sua totalità. Si possiede solo un aspetto di esso, una vaga sensazione riguardo a esso. Ma anche questo è infinitamente salutare, e così qui Maria ha almeno una comprensione parziale della sua padrona [e ciò la porterà a salvare i tre figli di lei, n.d.r. ].
Da la favola de "I tre garofani" - "Il filo di paglia, il tizzone e il fagiolo" di Marie-Louise von Franz
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